L’infiammazione è una risposta cellulare e biochimica che si attiva precocemente in caso di danno tissutale locale in un tessuto vascolarizzato. È riconoscibile da cinque segni clinici:
- Rubor (Arrossamento)
- Dolor (Dolore)
- Calor (Aumento localizzato della temperatura)
- Tumor (Tumefazione/Gonfiore)
- Functio Laesa (Alterazione/Compromissione funzionale)
Processo
Un danno tissutale in un tessuto vascolarizzato comporta l’ingresso di patogeni e/o corpi estranei. Essi vengono riconosciuti da specifiche sottopopolazioni di leucociti (Granulociti Basofili e Mastociti) e dalle piastrine presenti nel tessuto interessato o in transito nei capillari sanguigni e linfatici, determinando il rilascio di un segnale chimico di natura amminoacidica chiamato istamina. L’istamina promuove la vasodilatazione e l’aumento della permeabilità dei capillari locali e l’aumento della permeabilità: segue uno stravaso ematico responsabile dell’arrossamento (rubor) e del riscaldamento (calor) della zona interessata, e della successiva tumefazione (tumor).
L’aumento della permeabilità capillare favorisce inoltre la diffusione nel tessuto di proteine plasmatiche con funzione difensiva (anticorpi, fattori del complemento e della coagulazione). I frammenti minori prodotti dall’attivazione del sistema del complemento, definiti anafilotossine, promuovono la migrazione leucocitaria verso il sito della lesione: tale processo é chiamato chemiotassi. I leucociti richiamati effettuano la fagocitosi dei patogeni, favorita dalla loro opsonizzazione, cioé dal loro rivestimento da parte dei frammenti maggiori del complemento e dagli anticorpi. I leucociti rilasciano inoltre segnali chimici di natura proteica chiamati citochine, con lo scopo di sostenere la risposta infiammatoria. Contemporaneamente l’aumento del flusso ematico favorisce la rimozione di tossine e detriti cellulari.
Le citochine liberate comunicano inoltre con il centro della termoregolazione (localizzato nell’ipotalamo, nel sistema nervoso centrale) la necessità di aumentare la temperatura corporea, innescando una temporanea ipertermia che determina la febbre: ciò ha lo scopo di inibire la proliferazione dei patogeni, favorendo al contrario i processi riparativi.
Al termine, i fagociti morti, i fluidi residui ed i detriti cellulari danno origine al pus, che può fuoriuscire all’esterno o essere progressivamente riassorbito. Contemporaneamente, l’attivazione della cascata coagulativa favorisce la riparazione del danno vascolare ed ostacola la diffusione dei patogeni al di fuori del sito di infezione.
Esiti dell’infiammazione
COMPLETA RISOLUZIONE | Si verifica nel caso in cui la risposta immunitaria riesca a controllare e debellare l’infezione innescata dall’evento lesivo/traumatico. |
FORMAZIONE DI UNA CICATRICE | Si verifica nel caso in cui la risposta immunitaria riesca a controllare il processo infettivo ma l’entità dei fenomeni riparitivi modifichi alcune caratteristiche dei tessuti interessati. |
FORMAZIONE DI UN ASCESSO | Si verifica in caso di formazione di una sacca di pus all’interno del corpo che ha difficoltà a riassorbirsi. |
PROGRESSIONE VERSO UNA CONDIZIONE DI SEPSI O SETTICEMIA | Nel caso di infezioni batteriche gravi, la risposta infiammatoria non rimane confinata a livello locale ma si diffonde tramite la circolazione a livello sistemico, dando origine ad una condizione chiammata SIRS (Systemic Inflammatory Response Syndrome), che può risultare letale. |
PROGRESSIONE VERSO UNA CONDIZIONE DI INFIAMMAZIONE O FLOGOSI CRONICA | Consiste in un processo infiammatorio di lunga durata, nel quale coesistono uno stato infiammatorio attivo, la distruzione tissutale ed i tentativi di riparazione dell’organismo. E’ generalmente causata da infezioni persistenti, dal’ esposizione prolungata a sostanze tossiche o da reazioni autoimmuni. |